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La Perdonanza: memoria sacra e rito universale

Le radici medievali

Nel cuore del Medioevo, quando il pellegrinaggio rappresentava l’unico viatico per ottenere la remissione dei peccati, papa Celestino V inaugurò una via inattesa e straordinaria. Con la Bolla del Perdono del 1294 egli stabilì che chiunque, pentito e confessato, avesse varcato la soglia della Basilica di Collemaggio tra il 28 e il 29 agosto avrebbe potuto conseguire l’indulgenza plenaria Si trattò di un atto rivoluzionario, che anticipò di secoli il concetto stesso di Giubileo. Non più viaggi estenuanti verso Roma o Gerusalemme, ma una porta aperta nella città dell’Aquila, destinata a divenire crocevia spirituale e simbolo di misericordia.



La lunga metamorfosi della celebrazione

Nei secoli, la Perdonanza si è trasformata in una tessitura complessa, intrecciando fede, mercati, incontri diplomatici e momenti di vita civile. Attorno alla lettura solenne della Bolla si raccoglievano folle di pellegrini, ma anche mercanti e viandanti che riconoscevano nella festa un’occasione di scambio e di socialità. Sebbene guerre, carestie e terremoti abbiano talvolta minacciato la continuità del rito, la comunità aquilana ha sempre custodito il documento celestiniano come un tesoro inalienabile. Ogni anno, la voce che proclama la Bolla ha mantenuto viva la promessa di pace, rinnovando un patto secolare tra l’uomo e il divino.


Rinascita e riconoscimento internazionale

Il sisma del 2009, che devastò L’Aquila, parve incrinare anche il tessuto simbolico della città. Tuttavia, la Perdonanza seppe trasformarsi in strumento di rinascita collettiva, divenendo emblema di resilienza e di speranza. Nel 2019, l’UNESCO ne ha riconosciuto il valore proclamandola Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Da allora, la festa si è ampliata in un calendario di eventi artistici, teatrali e musicali che ne hanno accresciuto la risonanza internazionale, pur mantenendo intatta la sua matrice spirituale.


festa de la Perdonanza

Oltre la fede: la partecipazione laica a la Peronanza

Se per i credenti la Perdonanza conserva il significato di un pellegrinaggio interiore, per coloro che non condividono la dimensione religiosa, essa si traduce in un’esperienza di comunità e di memoria storica. Molti vi si accostano per curiosità culturale, attratti dalle rievocazioni medievali e dalla magnificenza dei cortei; altri vi partecipano per testimoniare valori universali come la riconciliazione, la solidarietà e il dialogo. La festa, così, non si limita a un ambito confessionale, ma diviene patrimonio di un’intera società che intende riconoscersi in ideali comuni.


Tradizioni, simboli e curiosità sulla Perdonanza

  • La Bolla del Perdono, conservata in un cofano ligneo medievale, viene portata in processione tra ali di folla, quasi fosse una reliquia vivente.

  • L’apertura della Porta Santa di Collemaggio precede di secoli l’istituzione giubilare romana, ragion per cui molti storici la considerano la prima forma di Anno Santo.

  • Le rievocazioni storiche e le sfilate in costumi d’epoca ricreano l’atmosfera trecentesca, con un’attenzione scenografica che attrae studiosi e turisti da ogni parte del mondo.

  • Oggi, la Perdonanza è anche un laboratorio culturale: convegni accademici, mostre e concerti internazionali ne testimoniano l’evoluzione da rito religioso a contenitore universale di esperienze.

Consigli per i visitatori

Chi desiderasse vivere la Perdonanza non soltanto come spettatore, ma come partecipe del suo spirito, dovrebbe concedersi tempo per immergersi nell’atmosfera della città. È consigliabile giungere a L’Aquila nei giorni precedenti l’apertura della Porta Santa, per assistere sia agli eventi culturali collaterali sia alla suggestiva processione della Bolla. Le rievocazioni medievali, con i loro costumi preziosi e le scenografie urbane, restituiscono un frammento di Trecento che affascina anche i più scettici. I visitatori potranno inoltre esplorare il centro storico ricostruito, ammirare la Basilica di Collemaggio restaurata dopo il terremoto e gustare la cucina tipica abruzzese. Così facendo, la Perdonanza non apparirà soltanto come un rito da osservare, ma come un’esperienza totale, capace di intrecciare fede, arte, storia e convivialità.

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