E' successo a Milano, i protagonisti di questa vicenda sono uno studente, Joseph Bolton, e la Bocconi, l'università italiana famosa nel mondo per le scienze politico - economiche.perché
Causa della disputa: il famigerato "Respondus Monitor", il software utilizzato da varie facoltà, in Italia e nel mondo, per certificare e controllare gli studenti durante le prove di esame non presenziali in tempo di covid, si è aperta cosi una disputa che ha visto di fronte l'università bocconi contro studenti del suo stesso ateneo.
Joseph Donat Bolton, adesso ex studente della Bocconi, laureato in scienze politiche, segnalò alla facoltà milanese, avallato con più di 300 firme di altri studenti, il disagio che questo metodo di controllo provocava agli studenti che volevano più informazioni sulla privacy che a loro giudizio non veniva tutelata dall'utilizzo del "Respondus Monitor" da parte della facoltà.
La Bocconi fece orecchie da mercante ed ignorò l'appello degli universitari, che non tardò ad arrivare sulla scrivania del Garante per la privacy a Roma, la segnalazione non cadde nel dimenticatoio ed iniziarono subito i controlli che terminarono con un provvedimento contro la stessa facoltà che si trasformò presto in una multa di ben 200.000 Euro e con il divieto alla Bocconi di utilizzare ancora il software in questione.
L'eco della sentenza è arrivata fino agli Stati Uniti d'America, dove varie facoltà sono dovute intervenire eliminando questo sistema di controllo prima di passare per dei problemi anche esse. Tutto ciò logicamente ha fatto contento Joseph Bolton, che ha commentato in un intervista al Corriere della Sera di essere molto soddisfatto perche adesso, che la partita tra l'università Bocconi contro studenti si è conclusa a favore di questi ultimi, le garanzie sulla privacy degli universitari saranno più tutelate.
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