Totò Riina, il cui vero nome è Salvatore Riina, nacque il 16 novembre 1930 a Corleone, un comune in provincia di Palermo. Cresciuto in una famiglia di contadini, la sua infanzia fu segnata da tragedie. All'età di 13 anni, il padre e il fratello minore morirono in un'esplosione accidentale mentre tentavano di aprire un ordigno bellico. Questo evento traumatico influenzò profondamente la vita di Riina, spingendolo verso una carriera criminale che lo porterà a diventare uno dei più temuti e sanguinosi mafiosi della storia italiana.
L'Ascesa al comando della Mafia
Riina si avvicinò alla mafia attraverso Luciano Liggio, un noto mafioso locale. A soli 19 anni, fu condannato a 12 anni di carcere per l'omicidio di un coetaneo, ma la sua carriera criminale iniziò realmente dopo la sua liberazione nel 1956. Negli anni '60, Riina partecipò attivamente alla lotta per il potere all'interno di Cosa Nostra, contribuendo a eliminare i rivali e consolidando il suo controllo. La sua ferocia e la sua disposizione a mentire e assassinare per mantenere il potere lo resero noto come "la belva".
Nel 1974, dopo l'arresto di Liggio, Riina divenne de facto il capo della mafia siciliana. La sua strategia di violenza sistematica portò a un'escalation di omicidi e a una vera e propria guerra di mafia, nota come la Seconda Guerra di Mafia, che costò la vita a oltre 200 mafiosi e alla politica locale.
Le Stragi e la Lotta Contro lo Stato
Negli anni '90, Totò Riina stabilì una campagna di terrore contro lo Stato italiano, ordinando gli omicidi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, entrambi simboli della lotta alla mafia. Questi attentati, avvenuti nel 1992, segnarono un punto di svolta nella storia dell'Italia, portando a un'ampia mobilizzazione contro il crimine organizzato. In risposta a questi omicidi, il governo italiano intensificò gli sforzi di lotta alla mafia, culminando nella famosa Strage di Capaci e nella Strage di Via D'Amelio, eventi che avrebbero cambiato per sempre il corso della lotta contro la mafia in Italia.
Gli Ultimi Anni e la Morte di Totò Riina
Morì il 17 novembre 2017, un giorno dopo aver compiuto 87 anni, in seguito a problemi di salute. La sua morte avvenne in un contesto di grande attenzione pubblica e giuridica, poiché Riina non mostrò mai segni di pentimento durante i suoi anni in carcere.
Totò Riina rappresenta una figura emblematica della mafia siciliana, la cui vita e le cui azioni hanno avuto un impatto profondo sulla società italiana, sollevando interrogativi sulle relazioni tra mafia e politica. La sua eredità di violenza e terrore ha lasciato cicatrici ancora visibili, mentre l'Italia continua a confrontarsi con le conseguenze delle sue azioni. La morte di Riina segna la fine di un'era, ma la lotta contro la mafia continua, sia a livello di giustizia che di consapevolezza sociale.
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